PTV news 11 settembre 2015 – Russia, USA e UE nel puzzle siriano

Emergenza migranti: l’europa reagisce a singhiozzo. Via libera dell’Ungheria ai profughi. Stop dell’Austria ai treni, mentre la Macedonia vuole costruire un muro anti-migranti. Oggi vertice in Europa dell’Est. Ban Ki Moon lancia un appello per l’accoglienza all’Unione Europea. Obama rilancia: Stati Uniti pronti ad accogliere 10.000 profughi siriani.

Non cessa quindi l’emergenza profughi in Europa, con reazioni di segno opposto tra le popolazioni locali. Numerose iniziative di accoglienza da parte di volontari, altrettanti segni di insofferenza e manifestazioni di protesta.

Con la decisa accelerazione nelle politiche d’accoglienza la Merkel ha assunto la cabina di regia dell’Unione Europea. Francia e Gran Bretagna sono già pronte – e spingono – per utilizzare l’emergenza profughi per bombardare la Siria ed eliminare Bashar al Assad.

Secca smentita del Cremlino sulla partecipazione di Mosca ad azioni militari contro l’ISIS. Il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha dichiarato che “non ci si può fidare delle notizie della stampa sulla partecipazione di aerei ed elicotteri russi ai bombardamenti delle posizioni dello “Stato Islamico” in Siria.”

Sulla questione era già intervenuto il minitro degli Esteri, Sergei Lavrov, sottolineando come distaccamenti dell’esercito russo siano presenti da anni in Siria, dove la marina militare russa ha una base navale a Tartus. La Russia da tempo fornisce alla Siria armi ed attrezzature militari in conformità con i contratti bilaterali esistenti. Sempre stando alle dichiarazioni del ministero degli esteri russo le armi che vengono consegnate all’esercito siriano hanno lo scopo di contrastare la minaccia terroristica che ha raggiunto livelli senza precedenti in Siria e nel vicino Iraq.

A Maggio scorso l’ISIS era a 70 chilometri da Damasco. Adesso fonti non confermate danno gli uomini del Califfato a pochi chilometri dalla capitale, di fatto sotto assedio.

Di certo in Siria ci sono esperti militari russi con compiti di addestramento. Ma anche per mettere in sicurezza postazioni, uomini, postazioni ed equipaggiamenti russi sul suolo siriano. Non è da escludere che militari scelti forniscano appoggio – soprattutto tattico e strategico – direttamente a Bashar al Assad. Che Putin vorrebbe coinvolgere in una coalizione internazionale contro l’ISIS. Ipotesi a più riprese rifiutata da Washington, che vuole la testa di Bashar al Assad.

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